Un angelo compare a un eremita all'inizio dei tempi, sul Monte Acuziano. Gli annuncia che sulla collina antistante sorgerà una città che si chiamerà Fara, dove si vivrà in pace e in armonia con la natura, in attesa di un re che farà ritorno…
Un viaggiatore, arrivato a Fara Sabina, incontra una strano personaggio che si offre di guidarlo in un viaggio attraverso il borgo che lo porterà a riscoprire il senso della meraviglia. Si comincia dal teatro dove gli attori, attraverso i personaggi che hanno creato in tanti anni di spettacoli, si stanno preparando a rappresentare la "Fara invisibile".
Trilussa, poeta romano ma ormai di casa qui a Fara Sabina, e Ariel, spirito del vento prestato dalla commedia shakespeariana “La Tempesta”, si affrontano in una piazzetta. Ariel, l'eterno spiritello sognatore è sospeso sui tetti e guarda il mondo dall'alto, osserva la forma della città e le abitudini dei suoi abitanti, fa magie. Trilussa ha i piedi ben piantati per terra ed esorta Ariel a scendere e prendere contatto con il mondo.
Trilussa, accompagnato da un angelo, racconta la storia di questa piazza che si chiamava piazza Forcina per via delle prigioni che vi si affacciavano fino a dopo l'unità d'Italia. Immagina il lamento di quei poveri disgraziati a cui solo la luna teneva compagnia. Ma poi tutto è cambiato, botteghe artigiane, il trasporto pubblico... è arrivata la modernità!
Antonio è un artigiano restauratore del legno, di Fara Sabina. La sua bottega si affaccia su Piazza Garibaldi dove lo troviamo al lavoro, allietato dal canto degli uccelli.
Francesco appartiene ad un'antica famiglia di Fara, negli anni ha raccolto nella sua casa una collezione di oggetti dell'800 e del primo ‘900 che ci raccontano una cultura ormai scomparsa.